domenica 22 dicembre 2013

Non è un paese per froci - l'Uganda a un passo dall'ergastolo per gay e lesbiche.



Sabato 21 dicembre è stata una giornata caratterizzata da pessimi risvegli.

Prima la legge Gallardon in Spagna, in virtù della quale l'aborto smette di essere un diritto.

Poi l'Uganda, dove il parlamento approva una legge che prevede l'ergastolo per i gay recidivi. Recidivi. Se poi qualcun* mi spiega cosa cazzo vuol dire gay recidiv* – che sei gay per più di un paio d'ore? Chessò, una settimana, un mese, una stagione? Recidiv*.

Per l'entrata in vigore resta un solo passaggio: la firma del presidente, Yoweri Museven, che dicono non essere scontata, pare infatti che Obama abbia minacciato di tagliare gli aiuti economici nel caso passasse la legge. Staremo a vedere – e magari manifesteremo, scriveremo email, ci faremo venire delle gastriti, andremo a chiedere che venga concesso lo status di rifugiat* politic* a chi vuole lasciare l'Uganda perchè lesbica, transessuale, gay, bisessuale, pansessuale, ecosessuale, eterocurios*.

Poi però mi piacerebbe aprire una discussione sull'estremismo cristiano che spinge con violenza verso questa decadenza di ogni convivenza civile, che accelera le dinamiche di odio, che colonizza con il suo immaginario mitologico e fascistoide l'area delle nostre libertà.

Spero che partecipiate a questa discussione. E spero che vi spaventiate. Spero che vi incazziate. Spero ne rimarrete scoss* e che questo vi aiuti a ricordare che la limitazione dei diritti, la normazione dei corpi, la discriminazione dei desideri sono pratiche mortifere per tutt*. E spero che proviate fortissimo il desiderio di autodeterminarvi.

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