mercoledì 30 ottobre 2013

SOOKEE - quing of Berlin @ TPO mercoledì 30 ottobre



Lei è tedesca, nata all'inizio degli anni '80 nella DDR ma cresciuta a Berlino.

 Ha fatto l'insegnante, occupandosi di progetti legati all'intercultura e alla valorizzazione delle differenze.

 Poi ha mollato tutto per darsi completamente ad una passione che coltivava da quando era una ragazzina - l'hiphop.

E se la scena hiphop per una donna non fosse già un test provante, Sookee ha deciso di fare del rap militante: i suoi testi, le sue performance, il suo immaginario sono legati all'attivismo postfemminista, antifascista e queer.

Appena arrivata ha rilasciato un'intervista che potete leggere qui: la intervisteranno anche Global Project e Radio Kairos, ma soprattutto sarà sullo stage del TPO mercoledì 30 ottobre per Soggettiva all'interno di Gender Bender - save T H I S date.


mercoledì 23 ottobre 2013

#GenderBender2013 - "The Most Fun I've Ever Had With My Pants On" in prima nazionale



Nel programma (pazzesco) dell'edizione 2013 di Gender Bender c'è anche la première italiana di  The Most Fun I've Ever Had With My Pants On, un film che non volete perdere.

Drew Denny è una performer artist, fotografa e documentarista, arts editor per il noto magazine di musica indipendente “LA Record”: The most fun I’ve ever had with my pants on, adattamento cinematografico di un sua precedente performance, la vede per la prima volta alla regia di una fiction e la impegna anche come sceneggiatrice e protagonista. 

Il film è prima di tutto un road movie, dal Texas alla California: Andy attraversa il southwest americano in macchina per disperdere le ceneri del padre, accompagnata dall’amica di infanzia Liv. Capace di ironia e leggerezza nonostante il tema del lutto, il film si sviluppa sul rapporto fatto di tensioni e intimità tra le due ragazze, in equilibrio tra il viaggio memoriale della loro infanzia e la proiezione verso le aspettative future. Girato in super 16mm e digitale, The most fun I’ve ever had with my pants on si avvale di una fotografia visionaria e allo stesso tempo incredibilmente solida, perfetta nel rendere coerente la narrazione che gioca sul doppio binario dell’onirico e del concreto.

Gender Bender presenta la première italiana del film, già in concorso nelle selezione ufficiale dell’American Film Institute Fest e al festival del cinema di Toronto, e presentato all’edizione 2013 dell’OutFest di Los Angeles.

La proiezione è Venerdì 1 novembre alle 20.30 in Cineteca a Bologna - save T H I S date.

martedì 22 ottobre 2013

Alicé, la street art e gli efficientissimi vigili di Bologna





Alicé, nome d'arte di Alice Pasquini, è un'artista: illustratrice, pittrice, graphic designer, scenografa. E street artist.

Alicé rilascia un'intervista al Corriere di Bologna perché in città ci sono alcuni pezzi da lei realizzati su pensiline degli autobus, muri e porte.

Dopo meno di un mese, viene denunciata alla Procura dai vigili del reparto sicurezza urbana e antidegrado della Municipale di Bologna: leggo su Radio Città del Capo, "(i vigili) si sono attiviati dopo che nell’intervista AliCè ha citato i suoi lavori in via Centotrecento, via Mascarella, via Zamboni, Pratello e Bolognina e l’hanno denunciata per imbrattamento. Dalla ‘tag’ i vigili sono arrivati in breve ai diversi siti web che propongono disegni simili a quelli bolognesi, ed è stato semplice identificarla. Dopo aver riscontrato “elementi oggettivi” e “inconfutabili” circa la condotta criminale di cui all’articolo 639 cp” è scattata la denuncia alla Procura."

E già ci sono almeno 3 dati interessanti: la sorprendente celerità e la straordinaria efficienza dei vigili; l'esistenza stessa di un reparto sicurezza urbana e antidegrado, probabilmente finanziato dalla Marvel; lo spietato lavoro di intelligence di questi agenti che meriterebbero un encomio e una promozione - con trasferimento all'antimafia. 

Dopodichè, parliamo del fatto che Alice Pasquini è un'artista riconosciuta a livello internazionale e che, personalmente, trovo meraviglioso che un'artista prenda in mano una bomboletta (o un pennello, uno stencil, della carta e della wheat paste) e "regali" a tutt* un pezzo in uno spazio pubblico, che lo faccia fuori da una logica di mercato, che lo faccia perchè trova irresistibile il fatto di dipingere in strada.

Parliamo del fatto che se sto aspettando un autobus (in ritardo) di Tper per cui pagherò un biglietto da 1,50 € (come la metropolitana a Parigi: così, per dire), mi fa stare bene aspettare il suddetto mezzo pubblico di scarse prestazioni guardando il pezzo gentilmente dipinto sulla pensilina.

Parliamo del fatto che non ho capito il discorso di Ronchi che dichiara che:

A) bisogna mappare le zone dove si può fare della street art;
B) sulle chiese non si può dipingere.

Parliamo del fatto che non capisco il discorso che fa Ronchi per il semplice fatto che

A) non è possibile pensare che se dipingo dove ho il permesso allora quella è street art / public art / valorizzazione dello spazio pubblico, mentre se dipingo senza permesso allora è degrado - perché il valore artistico di quello che faccio non lo determina il permesso rilasciato da un'amministrazione locale;
B) magari usciamo da questo brutto trip degli street artist che dipingono sulle chiese, un'evenienza alla Dan Brown sotto acido: ma chi li ha mai vist* fare un pezzo su una chiesa? le chiese non sono a rischio, alle chiese non verrà fatto un restyling in chiave urban, non c'è bisogno di preoccuparsi per le chiese: tutt'al più, ci sarebbe bisogno di far pagare l'ICI sulle chiese - ma questo è un altro trip.

Parliamo del fatto che a Londra (Londra, quella in Gran Bretagna: lo stesso paese dove se un deputato della Camera dei Comuni prende 100 sterline di troppo in rimborsi spese, poi si dimette di sua sponte - a proposito di rispetto delle regole) stanno provvedendo a mettere pannelli di plexiglass sui muri per proteggere i pezzi che qualcun* ha fatto illegalmente. Parliamo del fatto che per riconoscere un valore ai pezzi sui muri non è il caso di aspettare che qualcun* vada a fare uno strappo e lo metta poi all'asta da Sotheby.

Parliamo del fatto che, sempre a Londra, la street art è una risorsa economica, una di quelle sostenibili per uscire dalla crisi perché legata al turismo culturale: case editrici indipendenti hanno pubblicato guide che mappano percorsi urbani da seguire per rintracciare le opere degli/delle street artist, giovani storici dell'arte / associazioni / web magazine specializzati propongono visite guidate per i/le turist*.

Parliamo del fatto che siamo - come al solito - in leggera controtendenza: se hai il successo che ti meriti, se lavori nel campo per cui hai studiato, se ti fanno un'intervista, se rivendichi il tuo lavoro di street artist, bene che ti vada arriva il reparto sicurezza urbana con una denuncia.  E poi parlatemi della fuga dei cervelli.

E chiudo parlando del fatto che vorrei ringraziare Alice Pasquini per avere regalato a Bologna quei pezzi. E che vorrei rassicurarla sul fatto che, nonostante le apparenze, non ci siamo proprio tutt* fottut* il cervello. E che a Bologna esiste almeno una buona praticata di massa - quella dei party di finanziamento per pagare le multe.


lunedì 21 ottobre 2013

M.I.A. waiting for Matangi



M.I.A. è pronta per il lancio del suo quarto studio album: Matangi esce il 5 novembre 2013 - casualmente, l'anniversario della congiura delle polveri.

Nella lunga intervista rilasciata a pitchfork, ne parla come di un lavoro più "spiritual", inizialmente recepito da Interscope come "too positive" forse perchè più lontano dal dubstep di altri album (su cui era stato possibile capitalizzare?).

Oltre alla nuova uscita, M.I.A. parla anche dei mille progetti non proprio collaterali a cui si è dedicata, visto che nel mentre ha fatto di tutto: attivismo pro Palestina, un art book contenente tutta la sua produzione visual, una linea per Versace .

Nell'attesa dell'uscita di Matangi, c'è online il video di Bad Girls e la tracklist già rilasciata - titoli? l'intro è Karmageddon, l'outro Sexodus.





#N come Nebbia




Mettete insieme un lunedì mattina nel pieno dell'autunno a Bologna e Notegraphy, la mia ultima perversione in materia di app dopo aver fatto il maledetto upgrade a iOS7.

Questo è il risultato - ed è tutta colpa di Blue.

sabato 19 ottobre 2013

#19O - un video da Piazza San Giovanni

Un frammento dalla notte degli accampati nella spianata di San Giovanni in attesa della manifestazione del 19 ottobre contro la precarietà.

Video by Nicola Angrisano.



Roma 19 ottobre ...a partire da chi c'è from Nicola Angrisano on Vimeo.

martedì 15 ottobre 2013

#genderbender 2013 - TodoMundoTiene Alguien Menos Yo




"C'è del pop in Messico."
Amleto, drag king - Ciudad Juarez

Uno dei titoli consigliati nella sezione cinema dell'edizione 2013 di Gender Bender Festival è Todo Mundo Tiene Alguien Menos Yo.

L'incontro tra due donne molto distanti tra loro, la passione e l'inevitabile.
Alla sua prima opera, Fuentes riesce a realizzare una commedia senza privarci del lesbo drama, ad essere pop con un'eleganza infinita, ad insinuarci il dubbio che Nabokov fosse una lesbica messicana un tantino snob, il tutto dando prova di un'evidente cura formale in grado di non intaccare mai la freschezza della narrazione. 
La premiata fotografia di Rodriguez Garcìa ci regala un pastoso bianco e nero di una bellezza straziante.

Appuntamento in Cineteca a Bologna lunedì 28 ottobre alle 22.30 - save T H I S date.


lunedì 14 ottobre 2013

#threesome - la promiscuità messa a valore



dopo anni passati con Alberto P. nel tentativo di fare di Radio Kairos un luogo di indiscussa promiscuità, forse ce l'abbiamo fatta: il 19 ottobre parte threesome, un progetto di musica e radio live che porterà mensilmente 3 band seguite in diretta da 3 radio sul palco del TPO a Bologna.

Threesome nasce da una collaborazione tra TPO / Sfera Cubica / Modernista, supportate di 2 radio Locali - Kairos e CittàDelCapo - che verranno affiancate ad ogni evento da una radio ospite.

Insomma, un' allegra ammucchiata - ma indie, molto indie.


19 ottobre
Julie’s Haircut – Blue Willa – Portfolio
Radio ospite: Rumore Web Radio

16 novembre
Jennifer Gentle - C+C=Maxigross – Universal Sex Arena
Radio ospite: Radio Sherwood

13 dicembre
IOSONOUNCANE – Sin/Cos – TBD
Radio ospite: TBD



La gatta Cenerentola – lunedì 14 ottobre a DeLirica con la partecipazione favolosa di Porpora Marcasciano



Dopo la riapertura ufficiale della stagione operistica di Radio Kairos, DeLirica torna lunedì 14 ottobre con una seconda puntata all’insegna della favolosità: ci dedicheremo a “La gatta Cenerentola” di Roberto De Simone in compagnia di un’ospite corteggiata da mesi – Porpora Marcasciano, presidentessa del MIT movimento identità transessuale.

La gatta Cenerentola è un’opera teatrale realizzata nel 1976 da Roberto De Simone, a partire dalla fiaba seicentesca di Gianbattista Basile: De Simone si inventa un melodramma in lingua napoletana, attraversato da tammuriate e moresche in omaggio alla tradizione della musica popolare del sud, con un’unica indiscussa protagonista – Napoli, città figliastra, vittima del potere di una matrigna perversa e di occupatori stranieri.

Chiacchiere più o meno colte, ascolti ed altissimi momenti di favolosità radiofonica a DeLirica, lunedì 14 ottobre dalle 20.30 su Radio Kairos – 105.85 fm a Bologna o in web streaming dal sito www.radiokairos.it


«Quando cominciai a pensare alla gatta Cenerentola pensai spontaneamente ad un melodramma: un melodramma nuovo e antico nello stesso tempo come nuove e antiche sono le favole nel momento in cui si raccontano. Un melodramma come favola dove si canta per parlare e si parla per cantare o come favola di un melodramma dove tutti capiscono anche ciò che non si capisce solo a parole. E allora quali parole da rivestire di suoni o suoni da rivestire di parole magari senza parole? Quelle di un modo di parlare diverso da quello usato per vendere carne in scatola e perciò quelle di un mondo diverso dove tutte le lingue sono una e le parole e le frasi sono le esperienze di una storia di paure, di amore e di odio, di violenze fatte e subite allo stesso modo da tutti. Quelle di un altro modo di parlare, non con la grammatica e il vocabolario, ma con gli oggetti del lavoro di tutti i giorni, con i gesti ripetuti dalle stesse persone per mille anni così come nascere, fare l’amore, morire, nel senso di una gioia, di una paura, di una maledizione, di una fatica o di un gioco come il sole e la luna fanno, hanno fatto e faranno.”

Roberto De Simone

giovedì 10 ottobre 2013

#TTFF - speciale Queer Laundry "Call me Kuchu"



Giovedì 10 ottobre Queer Laundry andrà in diretta dal Terra di Tutti Film Festival alla Cineteca di Bologna con uno speciale su Call Me Kuchu, il documentario di Katherine Fairfax Wright e Malika Zouhali-Worrall sulla vita di David Kato in programma al TTFF domenica 13 ottobre.

Nato come documentario sulla lotta per i diritti della comunità LGBT ugandese, il film finisce per essere una testimonianza inaspettata dell’ultimo anno di vita di David Kato, primo omosessuale dichiarato in Uganda, brutalmente assassinato nel suo appartamento durante il periodo di produzione del film. 

Acclamato vincitore di numerosi premi al Berlino Film Festival 2012 (Miglior Documentario, Premio Fairbindet Cinema, Secondo posto Miglior Documentario scelto dal Pubblico) e in altri festival internazionali, Call me Kuchu viene proiettato al Terra di Tutti in collaborazione con Gender Bender International Festival, come un ideale passaggio di testimone tra i festival dell’autunno cinefilo nelle Sale del Cinema Lumiére.

il salotto di Radio Kairos si sposta alla Cineteca Bologna per seguire il Terra di Tutti Film Festival: ci trovi fino a domenica dalle 19 alle 23 in via Azzo Gardino e ci ascolti in diretta su 105.85 fm a Bologna o in web streaming dal sito www.radiokairos.it 

mercoledì 9 ottobre 2013

#coglioni - una campagna virale vi seppellirà



Dai, l'abbiamo vista tutt* quella campagna terrificante (e non nel senso british di "terrific") di Enel intitolata #Guerrieri : un'epopea sull'eroismo de* cittadin* comun* (che non suona neppure un tantino machista, no?), di chi si alza al mattino e va a lavorare (perchè qualcun* un lavoro ce l'ha, anche se poi magari è sfruttat*), un rappresentazione epica di chi "stringe i denti" (forse perchè non è tutelat* da nessuna forma di welfare?).

Il lato d'oro della crisi è che sembra aver risvegliato un senso creativo che risponde all'idiozia delle rappresentazioni mediatiche distorte che subiamo quotidianamente. 

Se Barilla dice quello che dice, poi gli rispondono la Ocone e la Di Cioccio con un video geniale

Se Enel se ne esce con questa cosa inguardabile di Guerrieri, poi salta fuori #Coglioni di Vincent Moro.

"Siamo Guerrieri o Coglioni? Questo è l’interrogativo che si pone la nuova, provocatoria campagna di nelQ, firmata da Vincent Moro; a rappresentare lo scoramento della gente comune che, oltre a tutto il resto, deve pure sopportare d’esser impudentemente presa per il culo: lo sberleffo martellante di messaggi pubblicitari al gusto purga, ideati da chi evidentemente vive su un altro pianeta.

Abbiamo le tasse più alte del pianeta, un debito pubblico superiore a duemila miliardi, la disoccupazione giovanile al 40%. Il sistema sanitario nazionale è al collasso. Siamo tra i paesi Europei che investono meno in istruzione e cultura, quello con la più bassa percentuale di diplomati e laureati ma con la spesa pubblica costentemente in crescita. Facciamo trecento miliardi di evasione fiscale all’anno. Siamo uno dei paesi più corrotti al mondo.

P.S. L’ energia italiana è la più cara d’Europa."

#TTFF - TraSguardi in Rivoluzione: le voci delle donne tunisine a due anni dalla primavera araba




Tra gli speciali realizzati da Radio Kairos per il Terra di Tutti Film Festival, c'è anche questa bella intervista alla AD del festival Stefania Piccinelli e alle registe di TraSguardi in Rivoluzione, prodotto da GVC nell’ambito del progetto “Périphérie Active”, finalizzato a sostenere la transizione democratica in Tunisia e il rispetto dei diritti umani, in particolare la libertà di espressione.



Girato nel sud della Tunisia, il documentario raccoglie le testimonianze di donne, dal ricordo dei giorni della rivoluzione alle speranze attuali. Giovani donne impegnate a creare nuove associazioni, intellettuali e attiviste politiche, lavoratrici sfruttate nei campi. Sullo sfondo, l’attuale complessità della realtà sociale tunisina e il protagonismo irrinunciabile di queste donne a costruire un presente e un futuro diverso.

Ludovica Alberti, videomaker e mediattivista, da 4 anni gestisce la Webtv di Sherwood.it, è regista di eventi live e assistente alla regia per cortometraggi e videoclip, operatrice ed editor video di spot. “TRAsGUARDI In Rivoluzione” è il suo primo lavoro da regista.

Enrica Magoni, da sempre attivista politica, impegnata nelle battaglie di difesa dell’ambiente e per i diritti legati alla migrazione e alle differenze di genere, ha partecipato tra le altre, all’esperienza vicentina NO Dal Molin, in opposizione alla costruzione della base militare americana.

Anna Clementi lavora soprattutto in ambito giornalistico, scrivendo articoli e reportage dal mondo arabo per diverse testate e riviste, forte della sue esperienza pluriennale in Medio Oriente tra Siria e Palestina.

domenica 6 ottobre 2013

#nomoremisogyny - Lauren Mayberry, cantante dei Chvrches, reagisce alla misoginia online



Lei è Lauren Mayberry, scozzese cantante dei Chvrches, acclamata band dedita al synthpop lanciata sul web con all'attivo il bel The Bones Of What You Believe.

La questione è la misoginia online: l'esperienza del contatto coi fan mediato dalla rete attraverso i social media ha insegnato a Lauren che la violenza di genere espressa dai messaggi a lei rivolti, accompagnata dalla sessualizzazione brutale del corpo delle donne, non ha proprio niente di virtuale.

E così ha deciso di prendere pubblicamente parola sulle colonne del Guardian, con un articolo in cui dichiara di non avere nessunissima intenzione di sottostare a questo tipo di violenza, mettendo in discussione la rappresentazione che delle donne viene fatta nello showbiz e nell'industria musicale, bollando come sessista l'oggettificazione della donna prodotta a più livelli.

Le andrebbe tributato un grazie collettivo e di genere - per aver preso la parola e aver chiamato le cose col proprio nome.





sabato 5 ottobre 2013

Non chiamiamola tragedia - alcune riflessioni dalla redazione di RadioKairos dopo l'ennesima strage al largo di Lampedusa



Come redazione di Radio Kairos, abbiamo sentito l'esigenza di prendere una posizione molto netta all'indomani dell'ennesima strage nel mediterraneo.

“Tragedia del mare”: è così che hanno titolato molte redazioni in relazione a quanto successo il 3 ottobre a largo di Lampedusa, dove a poche ore di distanze due barche, su cui viaggiavano persone in fuga dall'Africa, sono naufragate causando la morte di più di un centinaio persone.

“Tragedia del mare”. Forse è il caso di riflettere sulle parole che usiamo per rappresentare quanto è successo.
Una tragedia ci richiama qualcosa di improvviso, che ti cade addosso dall'alto, senza preavviso, senza bussare. Mettiamo in mezzo anche il mare - non si capisce bene se come volontà immanente - e pensiamo a uno tsunami, al Titanic, al Triangolo delle Bermude: ma nel nostro caso non c'è traccia di alcun moto ondoso anomalo, nessun iceberg, nessun best seller romanzesco che cavalca una leggenda popolare, tantomeno c'è traccia Di Caprio che grida in prua ad una nave – con nostro eterno imbarazzo – di essere il re del mondo.

Quello del 3 ottobre non è stato un episodio imprevedibile e non è stato causato da un evento naturale incontrollabile. Sono morte oltre 100 persone nella strage del 3 ottobre per lo stesso motivo per cui negli ultimi decenni ne sono morte altre 20.000 (si legge “ventimila”) cercando di raggiungere le coste italiane: per le nostre politiche migratorie, nostre come stato e nostre come Europa, che non consentono a chi fugge da scenari di povertà e guerra e persecuzione di arrivare in sicurezza e con dignità nel nostro paese per chiedere asilo, per avere delle migliori prospettive di vita, per godere dei diritti che spettano a* cittadin* di un paese democratico.

Invece di proclamare il lutto nazionale all'indomani della “tragedia”, è altro quello che chiediamo Ai Ministri della Repubblica, ai presidenti delle Camere, alle istituzioni europee, alle organizzazioni internazionali: ci uniamo all'appello lanciato da MeltingPot per mettere la bando la legge Bossi-Fini e aprire invece, a livello europeo, un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo direttamente alle istituzioni europee in Libia, in Egitto, in Siria o lì dove è necessario (presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi.

Puoi farlo anche tu, firmando l'appello online che trovi qui
www.meltingpot.org/Appello-per-l-a…ml#.Uk56s2SLVLm

Ascolta il collegamento telefonico e l'intervista a Annalisa, attivista di Askavusa


venerdì 4 ottobre 2013

#innamoramenti - Jungle "The Heat"



I Jungle sono un collettivo di perfetti sconosciuti con base a Londra.

Se ne erano già usciti con la debut track "Platoon": suoni rivisitati dalla black music old school, faccenda molto funk, una bimbetta in tuta che breakka come se non ci fosse un domani. Rispetto.

Segue "Drops": nessun video ma un pezzo sofisticato con un super soft sound.

Questa mattina, apro la home di legrandj.eu  e leggo che i londinesi sono usciti con il secondo singolo: The Heat. E che c'è un video. E che nel video ci sono loro, elegantissimi nelle loro tute adidas verdi e identiche, che ballano. Ballano sui p a t t i n i. Sotto un ponte. E fanno delle coreografie coordinate. Serissimi mentre sotto va il pezzo, un gran groove nusoul. Il video chiude nel loro salottino: genuine kitch effetto vintage. Entrambi guardano in camera e sorridono, salutando. Uno dei due fa il saluto regale, very british.

E chi immaginava che mi sarei innamorata di due niggaz inglesi sui pattini.

mercoledì 2 ottobre 2013

complessi messianici



Berlusconi interviene in Parlamento al posto di Schifani dichiarando il voto di fiducia del Pdl al governo: oggi interpreta il ruolo di salvatore della patria.

E mi viene da pensare a F.S.Fitzgerald che - in "Tender is the night"- a proposito dell'Italia scriveva:

"I like France, where everybody thinks he’s Napoleon — down here everybody thinks he’s Christ."