martedì 19 giugno 2012

10x100 - genova per noi



Sono passati quasi 11 anni dal G8 di Genova: non abbiamo avuto un processo per l'omicidio di Carlo Giuliani, De Gennaro ha fatto carriera, non abbiamo ottenuto l'adozione di un numero identificativo sulle divise degli agenti, il sostituto procuratore generale Pietro Gaeta si è rifiutato di applicare l'aggravante di tortura per i reati commessi alla Diaz scegliendo incomprensibilmente di non adeguarsi alla convenzione europea contro la tortura, nessun* si è assunto davanti al paese la responsabilità politica e penale di quella che Amnesty ha amenamente definito "la più grande sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale".

Il bilancio è amaro ed il prossimo 13 luglio potrebbe scadere nel grottesco: 10 persone rischiano di diventare i capri espiatori e vedersi confermare, in Cassazione, una condanna a cento anni di carcere complessivi, in nome di un reato, “devastazione e saccheggio”, che rappresenta uno dei tanti detriti giuridici, figli del codice penale fascista, il cosiddetto Codice Rocco.

Un reato concepito nel chiaro intento, tutto politico, di perseguire chi si opponeva al regime fascista. Oggi viene utilizzato ipotizzando una “compartecipazione psichica”, anche quando non sussiste associazione vera e propria tra le persone imputate. In questo modo si lascia alla completa discrezionalità politica degli inquirenti e dei giudici il compito di decidere se applicarlo o meno.

Per questo c'è un appello da firmare: facciamolo tutt*.









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