giovedì 19 agosto 2010

anders petersen - caffè lehmitz





“After a while, I did not know what I was doing in Café Lehmitz and that is when I felt at home”
Anders Petersen

A non conoscerlo, verrebbe da definirlo un maestro. Ma fortunatamente, un personaggio come Anders Petersen non può che rifiutare l'etichetta in questione – che riguardi la fotografia o meno.

Svedese, classe 1944, formatosi alla scuola di fotografia di Stoccolma ed allievo di Cristher Stromholm, Petersen ha realizzato i suoi scatti - rigorosamente in bianco e nero - in ospedali, manicomi, prigioni e ricoveri per anziani.

Caffè Lehmitz, una raccolta di immagini che ha segnato indelebilmente tutta la successiva fotografia europea, è stato il suo lavoro d'esordio: realizzato tra il 1967 e il 1970 in un bar della zona a luci rosse di Amburgo il cui nome da il titolo alla serie di scatti, Caffè Lehmitz raccoglie i ritratti dei frequentatori del luogo, una fauna eterogenea di reietti e creature tardonotturne, eletti a rappresentanti di una personale mitologia della marginalità. Prostitute e travestiti, operai e amanti, ai tavoli del Lehmitz consumano alcolici, splendori e miserie: citando Artaud, l'odore che sentite forte nelle narici è quello dello zolfo.

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